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La psicologia e lo scrittore> Amedeo Renzulli

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di Dott.ssa Mariarita Valentini (E-mail: mariaritavalentini@yahoo.it)

Le opere, come nei pozzi artesiani, salgono tanto più alte quanto più a fondo la sofferenza ha scavato il cuore” (Marcel Proust)

L’arte è una forma di pensiero fantastico. Appartiene all’area transazionale di cui parla lo psicoanalista inglese Winnicott (1953); in cui il mondo soggettivo e quello oggettivo, la sfera del mondo interno e quella del mondo esterno, si incontrano creando un

terzo spazio. È in questo terzo spazio che la fantasia inconscia diviene condivisibile. Nell’artista il pensare fantastico, il pensare per immagini, occupa un ruolo estremamente importante. L’attenzione del fenomeno artistico e degli artisti ha costituito da sempre, insieme alla cifra storica che la contraddistingue, una delle costanti tra i vari “oggetti” di studio della psicologia. Nell’economia psichica dell’artista e del fruitore, le opere (libri, quadri, film, ecc.), sono la testimonianza del lavoro di recupero delle parti scisse del Sé; del lavoro di ricucitura insito nell’operazione creativa, del “fare arte” come ponte che unisce quei territori psichici che sembravano essere perduti per sempre.

Ma cos’è l’arte per chi ne ha fatto un mestiere? E la psicologia? Oggi a raccontarlo sarà lo scrittore Amedeo Renzulli.

Amedeo Renzulli è nato a Napoli. Ha lavorato nel campo delle tecnologie avanzate che hanno molte affinità con quelle militari. Ha gestito un piccolo tour operator con cui ha potuto girare il mondo. Ora vive a Roma dove si dedica all’attività di scrittore a tempo pieno. Nel 2005 ha pubblicato il romanzo “Nel sole di mezzanotte” (Ed. Gangemi) e nel 2009 il thriller “Sottrarsi al cielo” (Ed. Besa).

M.V. Andiamo pure in libertà, sulla psicologia? Allora, non so, la prima sensazione, il primo pensiero …

A.R. Penso che la psicologia sia un tassello importante tra le scienze del nostro secolo, fosse anche solo per la modernità e per l’aiuto che in alcuni momenti può dare.

M.V. Raccontami un po’ di te … (le origini, la tua famiglia, gli studi, la formazione …)

A.R. Questa è una domanda complessa potrei scrivere un romanzo e ci sono autori che si sono sbizzarriti parlando di se stessi. Potrei dirti che sono napoletano, ma sarebbe riduttivo, perché ho passato a Parigi e in Francia diversi anni della mia vita; potrei aggiungerti che sono romano ma ho passato tanti anni in provincia di Roma perché amo la campagna eppure, anche questo, sarebbe riduttivo perché le mie emozioni più forti le ho provate al mare. Gli studi, non per sminuire i miei professori, ma sono sempre stato un autodidatta, forse questo è il mio più grosso limite. Non mi fido di quello che scrive un solo libro, di solito ne leggo diversi sullo stesso argomento per farmi un opinione. Non credo nelle parti politiche e soprattutto oggi non credo in questa classe dirigente.

M.V. Qual è il primo ricordo inerente la scrittura?

A.R. Alle elementari un tema libero, e poi la poesia … Dante … Cavalcanti, il dolce stil novo, poter dire un giorno anch’io ho scritto qualcosa di bello, unico, raro. Oggi mi basterebbe dare a qualcuno qualcosa da leggere che non lo annoi, che dica “che bel libro”. Mi ricordo la prima poesia scritta perché era buio e c’erano le stelle e provavo qualcosa che era molto al di là del semplice amore per una donna; era la necessità di fermare l’immagine, l’emozione, il momento. Su una terrazza sotto le stelle con la musica ho iniziato a scrivere.

M.V. Quando hai deciso di scrivere il primo libro?

A.R. Il primo romanzo è stato “Nel Sole di mezzanotte” fino a quel momento avevo scritto racconti, non credevo di saper scrivere romanzi. Di saper incanalare le notizie, i personaggi, le trame dentro di me e di farle fluire in un getto d’inchiostro. È stata anche una reazione nei confronti della morte. Fino a quel momento non mi ero mai preso sul serio, io amo la letteratura, ma avevo inseguito sempre i falsi miti del mondo occidentale, i soldi, il lavoro … poi vedere la morte in faccia ti fa capire che devi sempre chiedere di più alla vita. Non avevo mai rincorso il mio vero sogno. Così da buon “samurai” al posto della via della spada ho seguito la via della penna.

M.V. Quanto c’è di Amedeo nei protagonisti delle tue storie?

A.R. Tanto … veramente tanto, ma ogni storia è frutto di un grande lavoro di ricerca, anche su se stessi.

M.V. Quale importanza ha avuto per te la lettura? Quali sono i libri che prediligi?

A.R. La letteratura giapponese come Akugatawa, Mishima; quella francese come Larteguy di “Saigon Addio” o “I Centurioni”; la fantascienza Dick, Herbert, Jack Vance; e poi Nietzsche.

M.V. Qual è la prima sensazione che ti dà la parola mare, la più antica?

A.R. Pace un senso assoluto di pace, e quando il mare è in piena tempesta di “bello”, di pieno, di vitalità allo stato puro.

M.V. Tu narri spesso il mutare del tempo, del vento, il paesaggio che cambia colore …

A.R. Bisogna vivere, e per vivere oltre la propria sfera personale (fatta a volte solo di individui), bisogna osservare gli sfondi, i colori, i paesaggi. Siamo influenzati dalla natura e cambiamo le nostre emozioni in funzione di ciò che ci circonda. Altre volte un posto ci sembra brutto o ci sembrerà brutto solamente perché ci è accaduto qualcosa di sgradevole.

M.V. Qual è il tuo rapporto con Roma?

A.R. Roma è la mia città, è casa a volte mi bastano due passi in centro per dimenticarmi dei piccoli problemi della vita.

M.V. Qual è il tuo rapporto con la Sardegna?

A.R. È una terra unica dai paesaggi spettacolari e ti permette di avere visioni …

M.V. Qual è il luogo a cui sei più legato?

A.R. Il Circeo e l’Oriente; Bali, l’Indonesia, Bangkok. Al Circeo mi riposo e penso, ma come ho una lira la spendo per andare a vedere qualche spiaggia dove sorge il sole …

M.V. C’è una poesia di Bukowski che dice:
(…) so bene che nessuno è
un “grande” scrittore.
può esserlo
stato,
ma scrivere è un’impresa
che ricomincia da capo
ogni volta
e tutti gli elogi,
i sigari, le bottiglie
di vino inviate
in tuo onore
non garantiscono
come sarà la riga successiva,
e soltanto quella conta,
(…)
Cosa ne pensi?

A.R. Magari mi inviassero bottiglie ed elogi, probabilmente non me ne accorgo neanche. Per me il piacere è tutto nell’impresa, scrivere è tutto. Il resto che ci sia o non ci sia non conta, io mi diverto e spero di avere sempre tempo e soldi per divertirmi scrivendo. A volte ho troppe idee e mi blocco come l’asino di Buridano solo perché non so quale romanzo proseguire.

M.V. Chiudi gli occhi? Che colore vedi?

A.R. Il Rosso ed il Nero …

M.V. I colori di Stendhal … c’è da riflettere … l’intervista è terminata, grazie Amedeo …

A.R. Grazie a te …


“Pop Barocco” di Beatrice Feo Filangeri

Ideodromo CasaPound Intervista> The Horrible Night

da Zentropa

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> zentropa.splinder.com

“Con l’artista vero, c’è sempre un residuo, c’è sempre qualcosa in lui che non nel suo lavoro. C’è sempre un motivo per cui l’individuo è sempre più interessante sapere che i suoi libri. “Questa definizione Ezra Pound fu in grado di fare l’artista in generale molto accuratamente riassume lo scopo della biografia di Giovanni Tytell dedicato all’autore dei Cantos, Ezra Pound, perché se è ancora per molti scrittori come il poeta importante della sua età, che ne è il carattere barocco e provocatorio che ha cercato di essere per tutta una vita modellata sulla storia? Non commettere errori su di esso. Nonostante il suo nome dal suono profeta biblico e l’aria ha preso prontamente alla fine della sua vita, Ezra Pound non era né nel lavoro né nella sua vita il bambino a cuore tormentato dall’idea di peccato o umiltà. Dissidente d’America, il cattivo gusto e approssimativi di un paese in cui la Bibbia e il dollaro sono in luogo di riferimento, la sterlina è già in tenera età. “Io scriverò, dice all’età di 12 anni, i più grandi poemi mai scritti.”Nel tardo diciannovesimo secolo, proprio nel selvaggio West americano, ha scoperto una vocazione poetica incongruo per non dire altro, se si giudica dalle preoccupazioni dei suoi concittadini, al momento, più preoccupato di costruire imperi finanziari che dal guerra contro i mulini a vento. Per anni, subendo l’umiliazione di pedanti, egli si dedica allo studio della Provenza e l’arte dei menestrelli e trovatori precursori della letteratura moderna.

Europeo dell’istruzione

Provocazione, o meglio, il disprezzo per le convenzioni alle quali continuerà ad impegnarsi per tutta la vita, sarà presto sconvolto le persone in varie città dove ha studiato e professato l’arte della poesia. La sua storia d’amore con un bambino selvaggio di quindici poesie come l’albero, i testimoni, come ha fatto notare Tytell, una crescente paganesimo, e il suo odio per l’America è il primo segno che la sua vita è diventata una sfida lanciato nei sistemi occidentali e una denuncia di religione moderna che egli considerava il servo di questi sistemi. Il conflitto in corso con il mondo accademico che ha negato un pulpito, la morale e la ristrettezza dei suoi contemporanei avrebbe l’effetto di partenza di Pound per l’Europa. Venezia, in primo luogo, dove si è portato al duro lavoro del gondoliere, poi a Londra, dove il suo talento finalmente sboccerà. E ‘il momento per lui amicizie letterarie con George Bernard Shaw e James Joyce, TS Eliot.

“Gli artisti sono le antenne della razza”, ha detto, facendosi il campione di elitarismo e aristocrazia d’arte che egli pensa, anni più tardi, trova una rappresentazione nel fascismo italiano.

I costumi di Londra vittoriana non influisce sul tempo per l’emozione di un genio che cominciamo a vedere pausa qua e là nelle riviste per cui ha lavorato. Scoppiò la guerra e molti dei 14 amici di Pound non è tornato. “E ‘una perdita per l’arte ci vorranno vendicarsi”, ha scritto, più convinto di chiunque altro che questa guerra è una ferita che l’Europa fatica a guarire. Subito dopo, cominciò a lavorare su una nuova poesia “, un poema criséléphantesque di lunghezza incommensurabile che mi tengono occupato per i prossimi quattro decenni fino a diventare la barba.” I Cantos, l’opus magnum e Pound fondamentale, è nato.

Incontro con Mussolini

Poi, stanco del rigore snob inglese e britannico e sigillato considera ogni forma d’arte, Pound ha deciso di partire per la Francia.

Arrivò a Parigi luce e inebriante del dopoguerra, quando migliaia di luci brillano anche l’intelligenza e lo spirito. Fari del tempo chiamato Cocteau, Aragon, Gide e Maurras. Pound si trasferì Notre-Dame-des-Champs ed è dedicato alla letteratura e le donne.A Parigi ancora, conobbe Ernest Hemingway, allora giovane Joumala, che ha scritto che “il grande poeta Pound dedica un quinto del suo tempo alla poesia, e il resto per aiutare i suoi amici in termini di materiale ed artistica. Li difende quando vengono attaccati, pubblicati su riviste e fuori di prigione. ”

Francia, tuttavia, non sono più gli si addice. Nella storia di gossip parigino, preferisce la storia italiana e dei suoi vortici. L’aura di un romantico D’Annunzio e la brutalità del pensiero fascista attrae come una calamita.

A Rapallo, come Byron prima di lui, Pound divide il suo tempo tra la scrittura – “I Canti sono più arcane e oscure”, scrisse a suo padre – il pensiero politico e il nuoto. Sua moglie e sua amante incinta coesistono in qualche modo, in modo che flirta più con il regime fascista. Nel 1933, incontrò Mussolini per le sue teorie economiche sostengono che il Duce non presterà alcuna attenzione. Il “Mussy vecchio”, ha confidato, tuttavia, Cantos di Pound trovato “divertenti”. “Da quando si è un economista, amico mio? Hemingway ha scritto di lui, l’ultima volta che ti ho visto, ci noioso a suonare il fagotto! “…

Lo stesso anno, ottiene un forum Pound alla radio a Roma. America, “Ebreo York” Confucio e diventeranno i suoi cavalli hobby.Per anni, gli insulti e delirio verbale prenderà il posto della parola in Pound, un genere poco apprezzato dai suoi compagni …

Nel 1943 il regime fascista è crollato, ma la Repubblica di Salò, puro e semplice, si mescolano sogno tragedia. Encagent trionfante il GI del poeta a Pisa prima della spedizione negli Stati Uniti per non essere giudicato. “Alto tradimento con il nemico”, sono continuamente insistere molti critici. Pound cade al di fuori della stringa, ma non l’oltraggio di essere confinati per dodici anni in un ospedale psichiatrico nei pressi di Washington. Quando è stato chiesto cosa stesse parlando con i medici, ha risposto: “onore. Non è che non credono. Semplicemente non hanno mai sentito parlare. ”

Il 9 luglio 1958, il cowboy vecchio al Napoli e una sfida finale soddisfa le aspettative dei giornalisti da parte del saluto fascista , l’ultima delle armi dei ribelli d’onore in cielo.

Nolan

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MONOLITE - 100×140cm su pannello rigido

11 copie numerate e firmate

Nolan cura da anni la grafica legata al mondo di CasaPound. Autore di stampe e stili grafici entrati nell’ immaginario visivo contemporaneo non soltanto della sua area politica di riferimento.

Per l’opera:
Potenza metafisica di 300 tonnellate per 20 metri di marmo di Carrara, il pezzo di marmo più grande al mondo.
Chi sei tu, individuo solo, di fronte alla volontà organica che lo ha strappato alla montagna per portarlo a Roma?

Info> info@artistipercasapound.org

CasaPound e la Cultura – Apologia della libertà intellettuale

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dal blog> farfallemorte.blogspot.it
di> Alberto Sonego

Cari amici e lettori,
cari followers del mio blog ed associati di Casa Pound,
questa mia lettera è in realtà uno sfogo, l’espressione della più profonda indignazione che è sorta in me quando stasera ho letto lo status di uno di quei celebri neo-partigiani (quegli antifascisti da copertina del Left che posano ancora col pugno chiuso levato in aria). Uno status tremendo, che proponeva di incendiare le sedi di Casa Pound per liberare l’Italia da quella che, secondo questo utente, è una piaga nostalgica, un tumore maligno della democrazia che si proponeva di difendere attraverso la censura. Secondo altri, suoi sostenitori, “la resistenza l’ha insegnato/uccidere un fascista non è reato”, perciò espellere gli “estremisti” di destra (coloro che in realtà appartengono a quei movimenti della destra sociale e nazionale) è sacrosanto, ed anzi legittimo per tutelare lo statuto democratico della Repubblica Italiana. In un modo o nell’altro, in molto approvavano, mentre io da solo, in prima linea, mi battevo con quella poca vivacità che i commenti ai post consentono per difendere al contrario il diritto di Casa Pound di dire la sua. Il suo ed il nostro – in quanto artisti più o meno attivi all’interno del movimento – di proporre una prospettiva nuova, di segnare un orizzonte che nonostante i numerosi tentativi – tutti falliti – di affondamento ancora si regge in piedi e muove i suoi primi passi sul web.
Provano ad esorcizzarci in qualunque maniera: proibendoci di parlare in una democrazia in quanto siamo “anti-democratici” – non rendendosi conto di incorrere così nella stessa etichetta che ci viene a noi affibbiata; rimproverandoci di essere dei “fascistelli del terzo millennio”, dei nostalgici senza memoria, legati alla storia e senza alcun stimolo interno d’innovazione – sorvolando sul fatto che loro stessi continuano ad indossare i simboli dello sterminio siberiano e dei campi maoisti; obbligandoci ad ingoiare il nostro silenzio da “partitucolo extra-parlamentare” – convinti che per noi stare seduti a Palazzo Madama possa davvero dirsi cosa importante. Si contraddicono con se stessi, ed ogni loro affermazione in realtà gli si rivolta contro e viene falsificata o dalla storia o da quella loro stessa ideologia che invero li distanzia sempre più marcatamente dalla democrazia che predicano. Questi cultori della Costituzione si aggrappano ad ogni singolo versetto di un manuale da integralisti, e pretendono il nostro silenzio soltanto nominando il Libro Sacro della Democrazia Italiana.
Ma io non sono fascista, e non sono disposto ad essere definito tale solamente perché ulteriori etichette scarseggiano (ed in fin dei conti è più comodo richiamarsi al passato: più o meno tutti conoscono determinate espressioni. Troppo difficile coniarne di nuove). Non sono fascista, tuttavia mi rendo conto che in questa democrazia c’è qualcosa che non va. Nella democrazia stessa, forse, c’è qualcosa che non va. Questa fa di me un fascista? Questo fa di me un mussoliniano? Non permettere il dissenso – anche quello più radicale-: questo fa di loro, di questi falsi democratici, i fascisti peggiori, i macinatori di teste e di idee, i nostalgici ed i conservatori di una resistenza a cui oggi, nel bene e nel male, si tende a giustificare ogni cosa. Alcuni che pure negano la gravità di fatti storici come quelli legati alle foibe sul Carso. Ma questa sarebbe un’ulteriore parentesi che ora non mi preme di aprire.
Concludendo e centrando il punto di questa mia lettera, scritta di fretta alle 2 di notte di un venerdì sera di marzo, vorrei invitare questi signori a cliccare sul sito di Artisti per Casa Pound, e di riferirmi – nell’eventualità – quali siano i contenuti che lì esprimono intolleranza, xenofobia o odio profondo per la Repubblica. Vorrei invitarli a scorgere un po’ tutte la pagine del sito web, considerandolo come ciò per cui si presenta: un’associazione culturale che unisce più anime di un panorama intellettuale ignorato e spentosi in tetre accademie e logoranti circoli giostrati da un’erudizione fine a se stessa. Vorrei comprendere come la ricerca del bello possa essere detta fascista o anti-costituzionale. Vorrei comprendere insomma, se le loro categorie sono applicabili a tutti gli ambiti dell’azione di Casa Pound – in quanto l’ideologia da loro stessi prodotta sembra propendere per il sì.
Continuerò in seguito questo mio intervento.

Premio Adrenalina 2012> L’Io 22 pollici – Tiziano Vergati

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(per votare cliccare su “mi piace” )

http://www.adrenalina.roma.it/premio-arte/tiziano-vergati/

L’Io 22 pollici”, questo il titolo dell’opera presentata da Tiziano Vergati per il concorso “Premio Adrenalina 2012”, ci sbatte in faccia i nostri sogni di plastica, la nostra pillola della felicità, lo schermo che proietta quello che non siamo o che dovremmo essere, nostro malgrado; il nostro essere virtuale, l’essenza di ciò che non raggiungeremo mai. I falsi modelli imposti dai media diventano inconsapevolmente il nostro sogno (o forse incubo) nel cassetto, l’incubo della perfezione, dell’apparire illeso dalla vita reale, perfetto: “vita virtuale più viva della vita stessa, l’unica possibile, l’unica che non delude mai

Io al plasma, Io struttura a matrice di Led, Io ventiquattroresuventiquattro su questi schermi, Io perfetta
botulino permettendo, Io giovane, per sempre plasticamente giovane, Io ruffiana, Io sorriso denti bianchi occhi
vitrei, Io lacrime a comando.
Io vera, si ho detto bene, Io vera, catodicamente vera, Io con il tasto sul telecomando.
Non carne, non fatica, non rughealmattino, non sveglia alle sei fuori piove.
Io vi arrivo diretta dalla vostra parabola, dai fili gialloverdeblu che vermi si infilano nelle vostre case.
Aprite bene gli occhi, Io esisto perchè sono viva nel vostro schermo, Io LCD Io.
Non cosa c’è per cena, non hai lavato le mutande, non paga oggi o ti togliamo la casa.
Io appaio dunque Sono.
Io infatuata di me. Io ventidue pollici di feticismo digitale, Io Bondage Sadomaso stasera, Io Unomattina al
risveglio.
Non pantofola bigodino disoccupata in poca carne e troppe ossa.
Io tacco a spillo grandi firme bomba sexy maggiorata in mondovisione stessa ora tutti i giorni.
Realtà a senso unico, vita virtuale più viva della vita stessa, l’unica possibile, l’unica che non delude mai.
Effetto placebo, goccia dopo goccia, flebo di soluzione elettronica.
La penombra di una stanza squallida, la luce azzurro cenere di un televisore acceso, la pelle diafana e lo
sguardo vitreo di una vita spenta.

Tiziano Vergati

Premio Adrenalina 2012: la nuova era tra simbolismo e tecnologia

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La sfida che quest’anno  “Adrenalina” lancia agli artisti contemporanei è quella di attualizzare e riproporre, in chiave del tutto nuova ed originale, il rapporto uomo-macchina e uomo-simbolo, già ampiamente trattato dagli artisti del secolo scorso.Una  volta superato e archiviato (per non dire deceduto assieme a Marx e Chaplin) il concetto di alienazione dell’essere umano nella macchina, la quale con dinamiche assolutamente antagoniste tende a rubarne e sostituirne i ruoli, i  “Tempi Moderni” lasciano spazio ad un rapporto morbosamente stretto, quasi carnale, tra uomo e tecnologia. La macchina è l’appendice e la destinazione ultima delle nostre elaborazioni mentali, rende tangibili e sensibili (quindi fruibili dalle personalità virtuali che ci vivono attorno) le nostre emozioni e i nostri pensieri, visualizza e  “spara” sul monitor le nostre parole che poi lascia viaggiare liberamente nella rete, ascolta i nostri sogni come un’intima compagna, nelle notti illuminate solo dallo schermo al plasma e l’ardere dell’ennesima sigaretta.Non parliamo più di un “uomo-barra-macchina”, ma di un tutt’uno “uomomacchina”, quasi fosse il super uomo presagito da Nietzsche: la tecnologia annulla la nostra impotenza ed eleva le nostre potenzialità creando un super io virtuale che rispecchia (e vive de) le nostre aspettative, le nostre ambizioni, le nostre brame, senza essere accusato per i nostri difetti o condannato per i nostri peccati, (che vive) “al di là del bene e del male”. In questo senso (Neofuturista) la tecnologia è parte integrante della nostra personalità, se non addirittura moltiplica la nostra persona, replica il frutto della nostra mente, rendendoci presenti contemporaneamente in innumerevoli stanze, su innumerevoli sofà, a sorseggiare un cocktail discorrendo con amici sconosciuti…Con lo stesso spirito dissacrante, con la stessa irriverenza, va riletto il concetto del simbolismo. Il simbolo non rappresenta più Dio, ma l’Uomo. Il culto non è più nei confronti della Divinità, ma di Noi stessi.La mistica non volge più il nostro sguardo sullo spiritualismo, ma sulla corporeità. Il desiderio, i sensi, la passione non sono più repressi e ingabbiati, non sono più colpevolizzati ed offerti in sacrificio, bensì diventano il fulcro di un nuovo misticismo che ci riporta alla carnalità, di un nuovo ritualismo al cui centro c’è il corpo: dolore, sesso, piacere, morte. Tutto questo, attraverso il simbolo, viene ricondotto all’immagine, tradotto in icone, non più sacre: gli avatar, le mode, i loghi, gli smiley…Quale terreno più fecondo, quale sfida più avvincente per gli artisti in concorso per il Premio Adrenalina 2012?

Alessia DV


Marco Marchi> Scrittore

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Il gruppo Artisti per Casapound è lieto di dare il benvenuto a Marco Marchi,  scrittore.

Pagina ufficiale> Marco Marchi

Sabrina Conotter> pittrice

22 Gennaio 2014 > Lebensessenz – Concerto per Piano e Anima

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Roma 22 Gennaio 2014.
L’Universale, Libreria Galleria delle Arti  - via Caracciolo 12,  ore 21:30

Lebensessenz è un progetto di musica per pianoforte di ispirazione neoclassica/romantico/minimalista creato nel 2004 da Newton Schner Jr.
Nato a Ponta Grossa in Brasile, pianista autodidatta aveva avuto esperienze con altri strumenti musicali in diverse band e progetti prima di scegliere il pianoforte come lo strumento centrale della propria espressività musicale/sentimentale/spirituale. Ad oggi Lebensessenz ha all’attivo 12 album, in gran parte autoprodotti e qualcuno disponibile attraverso etichette come Dunkelheit Produktionen (Germania) e Valgriind Records (Russia). Dal 2010 Lebensessenz sta suonando dal vivo, dopo aver effettuato concerti in diverse (Sud) città brasiliane come Ponta Grossa /PR, Guarapuava/PR, São Bento do Sul/SC, Pomerode/SC, Timbó/SC e altri, come così come in Germania, Paesi Bassi e Portogallo. Per lo più le sue composizioni si basano su visionioni personali e sulla letteratura romantica.
Lebensessenz ha dedicato un intero album in memoria di suo padre. Ha anche creato un album basato sul ‘Die Räuber’ di Schiller e il ‘Die Leiden des jungen Werther’ di Goethe . Vi sono anche composizioni con riferimenti a Knut Hamsun, Leon Tolstoi, Fiodor Dostoevskij, Miguel Serrano, Franz Liszt, Richard Wagner, Arthur Schopenhauer, Gerhart Hauptmann e William Shakespeare. Musicalmente Ludovico Einaudi è da considerarsi un punto di riferimento.

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Il Premio Adrenalina rappresenta l’evoluzione del progetto Adrenalina, osservatorio sull’ arte contemporanea capitolina che, dal 2009, con la direzione artistica di Ferdinando Colloca e l’organizzazione di Federico Bonesi, si è identificata come la principale rassegna di Roma Capitale dedicata alle nuove tendenze  artistiche,raccogliendo per ogni edizione oltre 150 artisti.
Il gruppo Artisti per CasaPound segue con interesse sin dalla nascita questo importante premio artistico, un premio che a nostro avviso è capace di dare luce ed una boccata di ossigeno ai nuovi talenti artistici ed al tempo stesso dare l’opportunità ad artisti già affermati di essere apprezzati dal grande pubblico.
Il nostro invito quindi è di partecipare con entusiasmo iscrivendovi e presentando le vostre opere con l’augurio di essere selezionati.

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